Gliomi

I gliomi rappresentano i tumori primari più frequenti.
Derivano dalle cellule gliali del sistema nervoso centrale.
La sintomatologia dei gliomi cerebrali è correlata alla sede, volume e tipologia di tumore. Le crisi epilettiche si verificano nel 50-80 percento dei pazienti con tumori primari cerebrali e in special modo nelle lesioni a basso grado.
Possono anche essere presenti, oltre a cambiamenti della forza e della sensibilità agli arti, cefalea, cambiamenti dello stato cognitivo o alterazioni della personalità, perdita di equilibrio, difficoltà nell’esprimersi e problematiche agli organi di senso.
I gliomi vengono classificati in quattro gradi differenti, da 1 a 4 secondo la classificazione della World Health Organization (WHO).
I tumori che rientrano nelle classi 1-2 vengono considerati generalmente “low-grade gliomas” (astrocitomi ed oligodendrogliomi, mentre i restanti vengono considerati “high-grade gliomas” (glioblastomi, astrocitomi anaplastici).
Più è alto il grado WHO, maggiore sarà la velocità di crescita della lesione, l’aggressività e di conseguenza peggiore sarà la prognosi.
La TC encefalo e la RM encefalo, solitamente con mezzo di contrasto, sono gli esami principali per una definizione radiologico della lesione, ma la definizione istologica, si effettua solo ed esclusivamente attraverso l’analisi di un campione di tumore.
L’esame istologico e la definizione del profilo molecolare della lesione, sono fondamentali per definire una strategia terapeutica ottimale.
La terapia dei gliomi può prevedere una strategia chirurgica (attraverso la resezione o un prelievo bioptico) seguita, sulla base del profilo istologico, da una protocollo radioterapico, chemioterapico o combinato.
La chirurgia dei gliomi si avvale di diverse metodiche intraoperatorie come l’ecografia intraoperatoria, l’utilizzo di tecniche di monitoraggio neurofisiologico e la chirurgia da sveglio con il fine ultimo di rendere più sicura ed efficace la rimozione chirurgica.
La corretta valutazione dello stato clinico del paziente, attraverso la valutazione neurologica, associata alla valutazione degli studi eseguiti, sono essenziali per la definizione di un percorso-diagnostico terapeutico il più efficace possibile.
Derivano dalle cellule gliali del sistema nervoso centrale.
La sintomatologia dei gliomi cerebrali è correlata alla sede, volume e tipologia di tumore. Le crisi epilettiche si verificano nel 50-80 percento dei pazienti con tumori primari cerebrali e in special modo nelle lesioni a basso grado.
Possono anche essere presenti, oltre a cambiamenti della forza e della sensibilità agli arti, cefalea, cambiamenti dello stato cognitivo o alterazioni della personalità, perdita di equilibrio, difficoltà nell’esprimersi e problematiche agli organi di senso.
I gliomi vengono classificati in quattro gradi differenti, da 1 a 4 secondo la classificazione della World Health Organization (WHO).
I tumori che rientrano nelle classi 1-2 vengono considerati generalmente “low-grade gliomas” (astrocitomi ed oligodendrogliomi, mentre i restanti vengono considerati “high-grade gliomas” (glioblastomi, astrocitomi anaplastici).
Più è alto il grado WHO, maggiore sarà la velocità di crescita della lesione, l’aggressività e di conseguenza peggiore sarà la prognosi.
La TC encefalo e la RM encefalo, solitamente con mezzo di contrasto, sono gli esami principali per una definizione radiologico della lesione, ma la definizione istologica, si effettua solo ed esclusivamente attraverso l’analisi di un campione di tumore.
L’esame istologico e la definizione del profilo molecolare della lesione, sono fondamentali per definire una strategia terapeutica ottimale.
La terapia dei gliomi può prevedere una strategia chirurgica (attraverso la resezione o un prelievo bioptico) seguita, sulla base del profilo istologico, da una protocollo radioterapico, chemioterapico o combinato.
La chirurgia dei gliomi si avvale di diverse metodiche intraoperatorie come l’ecografia intraoperatoria, l’utilizzo di tecniche di monitoraggio neurofisiologico e la chirurgia da sveglio con il fine ultimo di rendere più sicura ed efficace la rimozione chirurgica.
La corretta valutazione dello stato clinico del paziente, attraverso la valutazione neurologica, associata alla valutazione degli studi eseguiti, sono essenziali per la definizione di un percorso-diagnostico terapeutico il più efficace possibile.